La popolazione palestinese
della Striscia di Gaza è vittima ormai da oltre 15 giorni
di un violentissimo attacco militare da parte dell’esercito israeliano.
Il bilancio di questa “crisi umanitaria totale” (come l’ha definita
la Croce Rossa) è superiore a 900 morti e 4000 feriti. Come
se non bastasse, gli abitanti della striscia di Gaza subiscono da mesi
un pesante embargo che gli nega medicinali, cibo, carburante,
con conseguenze igieniche e sanitarie disastrose. Inoltre, la manovra
militare di Israele non accenna a fermarsi: l’esercito continua a martoriare
i territori palestinesi, mentre il ministero della Difesa di Tel Aviv
ha approvato l’immissione di altre decine di migliaia di soldati che
dovranno assaltare le principali città della striscia.
La comunità internazionale?
Si costerna e si indigna…
Il teatrino della
equidistanza, dietro cui si nascondono l’UE e l’ONU, tradisce la
complicità e la connivenza di molti Paesi (fra cui l’Italia) con
Israele sul piano economico e militare. La politica dell’Europa e degli
Stati Uniti degli ultimi anni, non ha fatto altro che incoraggiare e
promuovere l’atteggiamento imperialista di Israele. Ma non si può pensare
di essere indifferenti di fronte ad uno degli eserciti più forti del
mondo che utilizza armi letali e non convenzionali (come le bombe al
fosforo) contro una popolazione inerme e già martoriata da anni di
sfruttamento e di invasione continua e progressiva.
A quelli che parlano
di legittima difesa, inoltre, bisogna ricordare che l’attacco alla Striscia
era in preparazione da almeno sei mesi, e che denotano un continuo
atteggiamento aggressivo di Israele e il disegno di una progressiva
penetrazione nei territori palestinesi. L’esercito israeliano infatti
bombarda da anni sistematicamente ospedali e campi coltivati in modo
da ridurre l’economia palestinese alla pura sussistenza, eliminando
ogni possibilità per la popolazione di sopravvivere senza il ricatto
della dipendenza da Israele.
Bisogna ricordare
che la democratica Israele ha bombardato persino la scuola dove avevano
trovato rifugio i palestinesi evacuati dalle proprie case; ha espulso
– poco prima del 27 dicembre – il professore ebreo statunitense
Richard Falk, delegato ONU per i diritti umani, perché avrebbe rilevato
similitudini fra le pratiche naziste nei confronti degli ebrei e quelle
israeliane nei confronti dei palestinesi; ha appena condannato Sa’adat,
leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
a trent’anni di prigione, per l’unico crimine di militare in una organizzazione
democratica, laica e antimperialista, di difendere il diritto alla
vita del suo popolo. Per questi motivi è importantissimo mobilitarci
a fianco del popolo palestinese e partecipare alla manifestazione nazionale
del 17 gennaio a Roma. La liberazione dei popoli oppressi dall’imperialismo
si può realizzare anche attraverso la nostra lotta.
FERMIAMO IL MASSACRO
IN PALESTINA
MANIFESTAZIONE
IL 17 GENNAIO A ROMA
PER LA LIBERTÀ
DEL POPOLO PALESTINESE
rete dottorandi e
ricercatori delle università di napoli