eppur si muove n. 1

Car* compagn*, collegh*, amic*,

ecco il solito piccolo post di aggiornamento, per fare il punto sulla situazione del movimento a Napoli in vista delle prossime mobilitazioni. Dalla manifestazione del 4 aprile contro il 60° anniversario della NATO e delle sue politiche di guerra, passando per quella del 18 di Castel Volturno a difesa dei diritti dei migranti e contro il razzismo, fino al 25 aprile, con il suo portato antifascista, e ad un 1° maggio di lotta per il lavoro e contro la crisi, il movimento napoletano ha dimostrato di saper essere, molto più che qualsiasi opposizione istituzionale o confederale, la risorsa di questa città per mantenere vivi ed aperti ogni spazio di democrazia ed ogni prospettiva d’emancipazione. In questi mesi, infatti, le diverse reti, collettivi, centri sociali, associazioni che compongono il movimento hanno dimostrato che questi appuntamenti non sono semplici ricorrenze, che c’è una parte della città che inserisce in un unico percorso le lotte del passato con quelle che ci attendono nel prossimo futuro. Hanno dimostrato che si possono mettere in campo tutte le nostre risorse, materiali e ideali, per cercare di rispondere ad una crisi che non è soltanto economica, ma anche sociale, politica, culturale.


Certo, si deve fare di più, si deve rompere con ogni esitazione, con la delega ad altri soggetti che opportunisticamente interpretano il nostro malcontento, tentare un salto di qualità nell’analisi, aggredire in modo deciso le contraddizioni che stanno causando il peggioramento delle condizioni di vita di larghi strati della popolazione, che privano di futuro un’intera generazione, che condannano alla morte gli operai nelle fabbriche e nei cantieri, e i migranti nei nostri mari… Si deve cominciare ad autorganizzarsi per poter essere più incisivi, per intervenire negli ingiustizie che costellano le nostre vite in regime di capitalismo “avanzato”.

Come Rete Dottorandi e Ricercatori, con tutti i nostri limiti, ma anche con tutta la nostra rabbia, stiamo cercando di opporci alla deriva reazionaria del Paese, ai progetti autoritari, al peggioramento materiale delle condizioni di esistenza, ed all’imbarbarimento della vita collettiva, partecipando a queste mobilitazioni, sostenendole, diffondendole. Cercando di produrre delle analisi, che muovano dalle specifiche esperienze di ognuno (vedi il Questionario sul precariato), fino ad un piano di analisi più generale, che tenga conto di cosa la lotta ci ha insegnato.


Il prossimo compito che ci aspetta è senza dubbio quello di contestare il G8 Università del 17-19 maggio a Torino. Si tratta di un incontro preparatorio del vertice internazionale che Berlusconi, sfruttando i terremotati come spot elettorale e scudi umani contro il dissenso, ha appena trasferito all’Aquila. Un incontro in cui i Ministri dell’Istruzione degli 8 “Grandi” e i Rettori delle principali Università del mondo si incontreranno per riformulare le strategie di assoggettamento dell’Università alle logiche del profitto. Noi stiamo lavorando per opporci a questo disegno, nonostante l’avversa campagna massmediatica, e l’architettura repressiva che si sta delineando, proprio come ci siamo opposti al Processo di Bologna, che negli anni ha smantellato diritto allo studio, ai servizi, al lavoro, ed alla nefasta “riforma” Gelmini, le cui conseguenze già pesano sulla quotidiana amministrazione dell’Università e sulle nostre vite.

Per noi il vertice di Torino non è un semplice appuntamento, ma un’occasione per rilanciare la mobilitazione dell’autunno in una prospettiva internazionale, un luogo dove fare apparire le lotte che quotidianamente portiamo avanti nei dipartimenti, nei luoghi di lavoro e di studio.

Il nostro invito, come sempre, è a tenere gli occhi ben aperti. A informarsi, a proporre, a partecipare. Perché sulle nostre teste passano molte cose, che ci ricadono poi sulle spalle. Perché nessuno, davanti alle tragedie ed ad al dolore che questa crisi sta provocando, possa dire: “io non c’ero”.

A presto altri aggiornamenti!

Rete Dottorandi e Ricercatori delle Università di Napoli

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