Comunicato 24 ottobre 2008

Solito aggiornamento
su come prosegue a Napoli la mobilitazione contro la legge 133.

Si è iniziato stamattina
presto, con i cortei studenteschi che hanno paralizzato in più punti
il traffico, bloccato gli incroci, volantinato e gridato slogan che
esigevano il ritiro del provvedimento di Tremonti e Gelmini. Migliaia
di studenti medi continuano così a proclamare l’autogestione, a occupare,
a confrontarsi, a prendere coscienza dei propri diritti, anche al di
là dei limiti “ammessi” da presidi e docenti.
 

 

Anche il centro storico,
in cui sono situate molte facoltà della Federico II e dell’Orientale,
ha visto un grande fermento. Assemblee, blocchi improvvisati agli incroci,
volantinaggi e giri di megafono a Porta di Massa, a Mezzocannone 16,
ad Architettura e, naturalmente, all’Orientale Occupata. Qui sono
finiti alcuni dei cortei dei medi, che hanno approfittato di questo
spazio liberato per svolgere le loro riunioni, per recuperare materiali,
per confrontarsi con gli studenti più grandi e scambiarsi esperienze
e punti di vista. In mattinata a piazza San Domenico Maggiore si è
inoltre svolta una lezione in piazza, con centinaia di studenti seduti
in cerchio, intenti a superare gli schemi classici della lezione frontale.
Tutto questo mentre nel resto dei palazzi universitari si susseguivano
i blocchi: interrotti i corsi di Corigliano, di Palazzo del Mediterraneo,
della SICSI: i presenti si alzavano e scendevano in strada, spesso improvvisando
piccoli cortei.
 

Tutti i movimenti e
le realtà in lotta sono poi confluiti nel pomeriggio nel cortile di
Palazzo Giusso, che ha visto alle 15 un’assemblea partecipata da più
di 400 studenti, con circa 45 interventi, con un fiorire di proposte
e dibattiti. Da quest’assemblea sono uscite diverse proposte, da attuare
all’inizio della prossima settimana, sono stati organizzati i gruppi
di lavoro: strutturazione seminari, comunicazione, studio e approfondimento,
rassegna stampa, cineforum… Nessun bisogno dunque di giustificarsi
di fronte a un Governo e ad una classe politica ignorante e fannullona:
le iniziative degli studenti, dei dottorandi, dei ricercatori e dei
docenti solidali sono già riempite di contenuti, di sapere critico,
accennano già ad un’altra università possibile.
 

Dall’assemblea che
si è protratta fino alle 18, è uscita anche l’indicazione di lavoro
per la prossima settimana: accelerare il processo di costruzione della
grande assemblea cittadina e ragionale di mercoledì 29, dove convergeranno
le lotte di tutti i soggetti colpiti dalla riforma. Insomma, bisogna
alzare il livello della protesta, incontrandosi con tutte le realtà
che si sono mosse finora e coinvolgendo tutti quelli che per indifferenza,
disillusione, passività, malafede sono ancora ai margini di questa
protesta, rispendendo al mittente le minacce di repressione e di attuazione
del decreto, esautorando le trattative di chi pretende di parlare a
nome del movimento. Nonostante la censura e la vergognosa parzialità
dei media, milioni di lavoratori e studenti in tutta Italia hanno preso
coscienza, si autorganizzano ed esigono il ritiro immediato della legge
133!
 

Come Rete dei dottorandi
e ricercatori tentiamo di fare al meglio la nostra piccola parte in
questo grande movimento. Abbiamo stretto relazioni con diversi gruppi
affini in Italia e in Europa, proposto temi di discussione, scritto
materiali, partecipato a manifestazioni, occupazioni, blocchi, cortei,
lezioni in piazza… Finalmente liberi dai vincoli che i baroni sempre
impongono alla protesta ed alle nostre vite, pienamente estranei a ogni
logica concertativa e del “male minore”, ci siamo riappropriati
della forza della teoria al servizio della prassi. Un grande passo,
ma resta ancora molto da fare: sviluppare ancora di più la protesta,
fino al completo ritiro del provvedimento, superare questa Università
classista per un’Università davvero pubblica, gratuita e di qualità…
 

Le fatiche delle
montagne sono alle nostre spalle

davanti a noi le
fatiche delle pianure
 

Bertolt Brecht 

Seguiranno presto altri
aggiornamenti dall’Orientale Occupata…

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